Domenico de Bernardi
Domenico De Bernardi nasce a Besozzo il 21 febbraio 1892. Assecondando il desiderio del padre, dirigente di un’importante industria, si iscrisse alla facoltà di Ingegneria di Pavia che frequentò per due anni, dopo i quali decise di dedicarsi completamente alla pittura.
L’incontro, nel 1910-11, con i pittori Aldo Carpi e Lodovico Cavaleri fu determinante per la sua decisione.
Come pittore, non avendo frequentato alcuna scuola d’arte, può essere considerato autodidatta ma, nel corso degli studi secondari e universitari, egli aveva acquisito una profonda cultura umanistica e scientifica che lo sorresse durante l’intera sua attività.
De Bernardi visse sempre a Besozzo ma viaggiò parecchio, in Italia e fuori d’Italia raccogliendo impressioni e ricercando, per riviverli nella sua opera, paesaggi nuovi.
Il “paese” fu infatti il genere che amò sopra gli altri, anche se fu attratto spesso, con risultati altrettanto significativi, dalla ‘natura morta’.
Nel periodo tra le due guerre egli fu considerato tra i maggiori artisti italiani e il suo nome compare molto spesso accomunato agli esponenti più noti delle arti figurative di quegli anni. Gli inviti a esporre alla Biennale di Venezia e alla Quadriennale di Roma, oltre che alla maggior parte delle mostre nazionali e a non poche internazionali, attestano la stima di cui godette.
Molte furono le mostre personali, allestite in varie località, accolte con favore dal pubblico e dalla critica.
Dopo la seconda guerra mondiale, come la maggior parte degli artisti della sua generazione, preferì lavorare appartato, alieno dall’accostarsi a movimento di radicale rinnovamento di avanguardia, approfondendo ulteriormente i temi che avevano sempre caratterizzato la sua pittura.
Va ricordato come, soprattutto a partire dalla mostra sugli Anni Trenta organizzata a Milano nel 1982, sia in corso una riflessione sui risultati conseguiti dalle arti figurative tra le due guerre.
De Bernardi morì a Besozzo il 13 luglio 1963.